How I met your mother 6×19 Legendaddy

Ed eccoci qui con una nuova recensione di How i met your mother. Lo so, sono in ritardo, chiedo venia. Sono stato un recensore poco diligente… pensate che fino all’anno scorso non sapevo neanche cosa significasse l’espressione “chiedo venia”. Non scherzo, è stata a lungo una delle mie “lacune clamorose”: una di quelle cose che si dovrebbero sapere, o meglio che gli altri danno per scontato che tu sappia, ma che per un motivo o per un altro non si sono apprese nel corso della propria vita.

Sì bravi, ridete… tanto ne avete anche voi, questo episodio ci insegna che tutti ne hanno.

How i met your mother ha sempre questa capacità di farci notare quei piccoli dettagli ed imperfezioni che accomunano ognuno di noi, sfruttandone ottimamente il potenziale comico. Basta ricordare, nella 3×08 “Spoiler Alert”, il rumore di piatti infranti ogniqualvolta veniva svelato un difetto ignoto di qualcuno; questa volta è il turno di certe “glaring gaps in knowledge” (lacune clamorose nella conoscenza).
Così veniamo a sapere delle esilaranti mancanze dei nostri protagonisti:
Robin è convinta che il Polo Nord sia un luogo di fantasia.
Ted dice Chammaleeon invece di Chameleon (camaleonte)
Lily non sa prendere la mira
Marshall è totalmente incapace di fare l’occhiolino e di ingoiare le pillole.
Barney, invece, non sa usare il cacciavite.

Al di là di questa spassosa trovata, “Legendaddy”, come ci si può facilmente intuire dal titolo, è incentrato sull’atteso incontro fra Barney e suo padre.
Come abbiamo visto nella 6×02 “Cleaning House”, Barney è stato sempre abituato dalla madre ad essere protetto dalle delusioni della vita. Per quanto fossero incredibili le menzogne raccontate dalla madre, il biondino, come un vero e proprio meccanismo d’auto-difesa, si convinceva della loro veridicità, eliminando così la triste realtà e sostituendola con un’illusione fantastica. Il caso più lampante è quello di Bob Barker, nella 2×20 “Showdown”, spacciato per figura paterna per lungo tempo.
Barney, per colmare la lontananza del padre, ha costruito dentro di sé l’idea che fosse non un padre qualsiasi, ma un “Legendaddy”: una persona di classe e un gran “cuccadores”, alla Don Draper per intenderci, con cui provare le varie “mosse da rimorchio padre-figlio” come la “Father knows breast”, o la “Bush Dynasty”, o ancora “Lick Father, lick Son”. Quello che, però, si trova di fronte al loro primo incontro, è un uomo normalissimo, con una famiglia e niente di davvero straordinario di cui vantarsi. Deluso dopo questo primo incontro, Barney viene successivamente convinto da un intervento dei suoi amici, ed in particolar modo di Marshall, a dare una seconda chance a suo padre e così accetta il suo invito a cena.
I due, a poco a poco, sembrano finalmente legare, quando l’arrivo del figlio di Jerry, J.J, manda di nuovo tutto in frantumi. La reazione iniziale di Barney è quella di competizione verso J.J, ma poi la verità si rivela ai suoi occhi e la barriera difensiva psicologica crolla definitivamente. Non importa che Jerry sia un “lame suburban dad” o un “legendaddy”: quel che conta è che qualsiasi padre egli sia, non lo è stato per lui.
Il canestro, che Barney vuole a tutti i costi, personifica l’infanzia che non ha avuto e che ovviamente non potrà mai avere.
Il rapporto con il padre, però, non è ancora del tutto compromesso. Nel momento in cui tutto sembra crollare, si apre uno spiraglio per una futura ricostruzione, metaforicamente rappresentata attraverso l’insegnamento dell’uso del cacciavite (attrezzo che, non a caso, serve a costruire o riparare): la “grande lacuna” di Barney, grazie al padre, viene colmata.

Ormai le lodi per questa stagione si sprecano: la costruzione dei personaggi e dei vari filoni su di loro ancora una volta si dimostra accurata e ben fatta. Dopo l’ottimo lavoro fatto in special modo con il personaggio di Marshall, nel ciclo legato alla morte del padre (6×13 e 6×14), da qualche episodio gli autori hanno deciso di dirigere le loro attenzioni su Barney, realizzando un lavoro eccellente sia per quanto riguarda la storyline di Nora, sia ovviamente questa del padre ritrovato. Onore e merito anche ad un grande Neil Patrick Harris, sempre più brillante puntata dopo puntata.

“Legendaddy” è un episodio molto solido, che riesce a coniugare con successo l’ottimo elemento comico con un finale commovente.

Voto 8

Note

– Jerry, il padre di Barney, è interpretato da John A. Lithgow. I fans di Dexter lo ricorderanno per aver interpretato con gran maestria, nella quarta stagione, il terribile Arthur “Trinity Killer” Mitchell. Per quel ruolo Lithgow ha vinto il Golden Globe, come miglior attore non protagonista, e l’Emmy Awards, come miglior guest star maschile in una serie Drama.
– Jerry ha, oltre a J.J, una figlia più grande che va al college. Molti hanno azzardato che potrebbe trattarsi della “Mother”, visto che l’età sembra corrispondere con quella detta da Ted
– In quest’episodio rivediamo quella che diventerà la futura casa della famiglia Mosby, comprata da Ted nella 5×20 “Home Wreckers”.
– Marshall per stuzzicare i suoi amici afferma che “Episodio I: La Minaccia Fantasma” è il miglior della saga di Star Wars (scena da rotolarsi a terra dalle risate). Barney, che qui asseconda il delirio dell’amico (sì, perché bisogna essere proprio deliranti per dire una cosa del genere), ammise nella 5×17 di disprezzare a tal punto “La Minaccia Fantasma”, di aver vomitato dentro il preziosissimo casco della sua armatura di Stormtrooper dopo averlo visto.
– Per quanto riguarda la ruota della vergogna vietnamita… “don’t ask; you’re not ready” (Best Quote of Episode).

Informazioni su Joy Black

Recensore Seriale e Hand of The King del blog di Seriangolo. Ha amato ed ama tuttora alla follia Lost, millantando di aver visto ogni episodio almeno 17 volte (in realtà sono molte di più). Proprio seguendo la creatura di J.J. Abrams, Damon Lindelof e Carlton Cuse, nasce in lui la passione per il mondo della serialità americana. Le sue serie preferite sono, oltre ovviamente a Lost, Battlestar Galactica, Breaking Bad e Game of Thrones. Altri suoi interessi sono i fumetti, il cinema e il wrestling. P.s. Di solito non parla in terza persona, ma in questa occasione fa figo.

Pubblicato il 4 aprile 2011, in How I met your mother, Recensione episodi con tag . Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.

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